sabato 30 agosto 2014

LA FARSA DEL COLESTEROLO

Vi interessa conoscere la verità che sta dietro al colesterolo?

IL COLESTEROLO NON È UN FATTORE DI RISCHIO PRIMARIO PER LA MALATTIA CARDIOVASCOLARE.

  • Elevati valori di colesterolo nel siero non sono causa di infarti e ictus.
  • Mangiare cibi ad alto contenuto di colesterolo non è causa di elevato colesterolo nel siero. 
  • Mangiare alimenti a elevato contenuto di colesterolo non è causa di infarti e ictus e infatti...

Sono gli alimenti ad alto contenuti di colesterolo e grassi saturi (come uova, carne, pesce e pollame) che in realtà manterranno il colesterolo sierico a livelli normali. 

“Che cosa!?" chiederete. "La metà delle persone nel mondo marciano da decenni una crociata contro il colesterolo".

Praticamente tutti noi siamo stati vittime della campagna di propaganda anti-colesterolo. L'idea che... 

IL COLESTEROLO E’ UNA SOSTANZA ESSENZIALE... e non è affatto il demone mortale della mitologia popolare, sarà uno shock per voi, ma è mio obbligo affermarlo per aiutarvi a conoscere la verità. 

Dovete capire, tuttavia, che non sto dicendo che avere il colesterolo sierico elevato sia buona cosa, o addirittura che sia clinicamente irrilevante. 

Al contrario, il colesterolo alto nel siero sicuramente indica la presenza di uno squilibrio metabolico. È solo che il colesterolo alto non ha alcuna relazione specifica con il rischio di malattie cardiovascolari (CVD).
 
Se la presenza di colesterolo nel siero non ha assolutamente nulla a che fare con il rischio di attacchi di cuore o di ictus, quali sono i processi patologici coinvolti nelle malattie cardiovascolari?

COLESTEROLO E AVIDITA’

Purtroppo per noi, i soldi fanno girare il mondo. Verità, sicurezza ed efficacia passano certamente al secondo posto dopo il dollaro o l’euro onnipotenti. 
Il mio obiettivo è quello di presentare i fatti, bianco su nero sul tema del colesterolo. Se la verità è al primo posto nella vostra lista, allora cercate di essere ben informati. 

LA “GALLINA DALLE UOVA D'ORO” DEGLI ESTROGENI

Nel comprendere l'essenza dell'establishment medico-farmaceutico, sono stato preso di sorpresa da come rapidamente e facilmente l'istituzione abbia scatenato una delle sue “vacche sacre”: l’estrogeno. 

Conoscete la storia degli estrogeni: per anni sono stati pubblicizzati come protettori delle donne contro il cancro, contro l'invecchiamento, contro le malattie cardiovascolari e contro l'osteoporosi.
 
Le compagnie farmaceutiche hanno combattuto con le unghie e con i denti per decenni a confutare e sopprimere tutte le ricerche che dimostravano che gli estrogeni provocano, invero, le condizioni che dovrebbero far evitare. 
Ora, quasi improvvisamente, c’è stata un’inversione di tendenza e si ammettono liberamente gli effetti nocivi degli estrogeni. 

Nel luglio 2014, niente di meno che il Journal of the American Medical Association (JAMA) ha annunciato la sospensione di una ricerca a lungo termine sugli effetti “benefici” degli estrogeni in quanto era ormai innegabile che le donne arruolate in questo studio avevano sviluppato un aumentato rischio di malattie cardiache, ictus e cancro. 
Il fatto sorprendente non è che abbiano interrotto lo studio quando i risultati erano opposti a quelli previsti dai ricercatori, ma ciò che è degno di nota è che invece di insabbiare i dati, li abbiano effettivamente pubblicati per portarli a conoscenza di tutto il mondo. 

A sottolineare tale ammissione di pericolo derivante dall’utilizzo degli estrogeni, la Food and Drug Administration  (FDA) richiede alle compagnie farmaceutiche di sottolineare nei foglietti illustrativi di prodotti a base di estrogeni il rischio di malattie cardiache, ictus e cancro.

COSA STA ALLORA SUCCEDENDO?

Avrei sempre pensato che l'industria farmaceutica avrebbe combattuto fino alla morte per proteggere i profitti estrogeno-correlati. 
Quello che penso stia accadendo è che le compagnie farmaceutiche hanno deciso di bruciare questa candela da entrambe le estremità. 
Il carrozzone della prescrizione di estrogeni ha così tanto slancio (con tanti medici condizionati a prescrivere estrogeni ad ogni donna che sperimenta le sue prime vampate da menopausa o che ha dubbi sull'osteoporosi, o che pensa così di rimanere ancor giovane) che nulla spingerà questo treno fuori rotta per anni e anni a venire. 

Un altro buon esempio per illustrare come le persone cadano preda  della propaganda, e come le aziende farmaceutiche cambino la loro melodia per profitto, è la farsa di colesterolo. 

LA STORIA DEL DEMONE COLESTEROLO

Fino al 1960 solo pochi menestrelli nella professione medica e alcune persone del movimento nascente salute e alimenti naturali sostenevano che il colesterolo era un problema; il medico medio ignorava totalmente il dato di colesterolemia salvo che non superasse i 300. 

In poco tempo, il tumulto anti-colesterolo divenne impossibile da ignorare, e così l'istituzione accettò di riconoscere il problema del colesterolo alto. 
Allora, qualsiasi cosa sopra 250 venne considerato un problema, e generalmente si raccomandava che le persone dovessero evitare di mangiare troppe uova o troppa carne a causa del rischio di malattie cardiache da assunzione di colesterolo. 

Curiosamente, non era la professione medica alla guida di questo movimento anti-colesterolo; era l'industria degli alimenti trasformati, guidata, in particolare, dall'industria degli oli di semi. 
Archer Daniels Midland (un potente industriale americano) voleva vendere un oceano di olio di soia e così guidava la carica contro il colesterolo in particolare e i grassi saturi in generale. 
Venne vietata l’importazione degli oli di palma e di cocco, e tutti "sapevano" che la margarina stava per salvare gli Stati Uniti (e il resto del mondo per imitazione) da quello che era sicuro sarebbe stata un'epidemia di malattie cardiovascolari secondarie al mangiare i temibili grassi saturi. 
I miliardi di dollari di propaganda dell'industria degli alimenti trasformati fu sufficiente a influenzare le menti e cambiare gli stili di vita di milioni di americani, ma l'istituzione medico-farmaceutico continuò ad ignorare in gran parte la minaccia percepita dovuta al colesterolo.

Poi cosa accadde?

Vennero inventate le statine (farmaci anti-colesterolo) e quindi si assistette a un cambiamento di paradigma nell'istituzione.
Ora, colesterolo era il demone del secolo, e i nostri medici e i farmacisti stavano per esorcizzare il male che si nascondeva dentro di noi tutti, provocato dalla nostra incauta assunzione di carne e uova. 
La guerra totale contro il colesterolo è stata intrapresa ormai da oltre 25 anni. L'intensità di quella guerra non è mai diminuito nonostante il fatto che almeno da 5 anni è ben noto che il colesterolo non sia (non è mai stato e mai sarà) un fattore di rischio primario per le malattie cardiovascolari. 

Questo mi porta a fare alcune considerazioni…

(Spero che questa “favola” vi stia interessando: il seguito a giorni)


domenica 24 agosto 2014

I BATTERI PRESENTI NELL’APPARATO DIGERENTE POSSONO INFLUENZARE LE NOSTRE SCELTE ALIMENTARI E COMPORTAMENTI

Riporto i dati di uno studio recentissimamente apparso sulla rivista BioEssays, perché è importante che meditiamo sul ruolo del nostro microbiota (i batteri che si accompagnano al nostro organismo) e impariamo a rispettarlo e nutrirlo correttamente.
“La mancanza di forza di volontà può essere non del tutto colpevole delle vostre abitudini alimentari: i vostri batteri intestinali possono anch’essi essere responsabili”.
Il microbioma intestinale, l'insieme di tutti i microbi presenti nel nostro tratto digestivo, può influenzare la nostra scelte alimentari e il nostro comportamento. Questo viene suggerito da un nuovo studio recentemente apparso sulla rivista BioEssays.
Batteri diversi hanno esigenze nutrizionali diverse a seconda delle “nicchie” che sono venuti ad occupare nel nostro intestino, dicono i ricercatori della University of California San Francisco, Arizona State University e University of New Mexico. A volte le esigenze di quei batteri sono "in linea con i nostri obiettivi dietetici e altre volte no", dice l'autore corrispondente Molaro Carlos, il direttore del Centro dell’UCSF per Evoluzione e Cancro.
Questi microbi diversi possono essere in grado di manipolare i nostri desideri alimentari rilasciando molecole che colpiscono determinati sistemi di organo o influenzano il nostro cervello attraverso il nervo vago, dice lo studio, che collega il cervello allo stomaco. (Sì, quello che succede nel vago non rimanere nel vago).
"I microbi hanno la capacità di manipolare il comportamento e l'umore attraverso l’alterazione dei segnali neurali nel nervo vago, cambiando i recettori del gusto, producendo tossine per farci sentire male e rilasciando ricompense chimiche per farci sentire bene," afferma l'autore anziano Athena Aktipis della Arizona State University Dipartimento di Psicologia.
E’ tuttavia un funzionamento che si attiva nelle due direzioni - ciò che gli esseri umani mangiano condiziona il bisogno dei batteri intestinali di cibo. Batteri specializzati nella digestione di alghe sono stati trovati in persone in Giappone, dove l'alga è spesso una parte della dieta. E in una studio sperimentale, gli esseri umani che hanno assunto un probiotico contenente Lactobacillus casei hanno visto migliorare il loro stato d'animo.
Capire come microbi influenzino il comportamento umano e viceversa può aiutare i ricercatori a identificare il modo di frenare le abitudini malsane. "Poiché il microbiota è facilmente manipolabile con prebiotici, probiotici, antibiotici, trapianto fecale, e cambiamenti nella dieta, le modificazioni della nostra microflora offrono un approccio terapeutico a problemi altrimenti irrisolvibili di obesità e di cattive abitudini alimentari”, affermano gli autori di questo studio.
Questo il motivo del mio invito continuo a selezionare l'alimentazione privilegiando alimenti sani, molti provenienti dal mondo vegetale, evitando il cibo spazzatura...l'alimentazione, comunque, in Medicina Funzionale è qualcosa di personalizzato e personalizzabile, che non può prescindere dalla storia e dalla chimica di ciascun individuo.



mercoledì 20 agosto 2014

EPIDEMIA DI TOSSICITA’ DA RAME: LE 10 PRINCIPALI CONDIZIONI DI SALUTE, STRATEGIE E SOLUZIONI.

Continuando a parlare di tossicità e disintossicazione, ma anche di prevenzione, trovo quest’argomento assai rilevante e interessante. Mi scuso fin dall’inizio se ho dovuto dilungarmi e, talora, essere un po’ tecnico, ma era necessario per cercare di farvi capire come esistano condizioni talora occulte, inizialmente prive di sintomi, che possono lentamente determinare patologie rilevanti, complesse e debilitanti.

La tossicità da rame rappresenta un elemento da valutare, con la dovuta attenzione, in molte delle epidemie moderne di malattia tra cui: cancro, Alzheimer, Parkinson, schizofrenia, disturbo ossessivo compulsivo, ADD (bambino iperattivo), artrite reumatoide, malattie cardiovascolari. La tossicità da rame è anche un fattore importante da valutare in situazioni avverse di salute delle donne come dominanza di estrogeni, crescita eccessiva di candida e PMS (sindrome premestruale). La tossicità da rame costituisce quindi una delle principali cause di preoccupazione, ma allo stesso tempo è un qualcosa che può essere efficacemente affrontato da potenti terapie nutrizionali.
Rame: quello che non sai potrebbe farti molto male.
Prima di iniziare ad affrontare i molti problemi connessi con la tossicità da rame, cerchiamo di comprendere che cosa il rame fa nell’organismo. Il rame è un oligoelemento essenziale e ha molti ruoli importanti nel nostro corpo. Questi includono:
  • La formazione di tessuto connettivo
  • La conduzione nervosa
  • La sintesi di ATP (vale a dire i processi energetici cellulari)
  • Il metabolismo del ferro
  • La salute cerebrale attraverso la sintesi di neuromediatori (vale a dire i messaggeri delle cellule nervose)
  • La trascrizione genica
  • La sintesi della superossidodismutasi (un potente antiossidante)
  • La pigmentazione della pelle
  • Nel tessuto nervoso: la formazione delle guaine di mielina (quelle che danneggiate comportano Alzheimer, Sclerosi Multipla, SLA ecc.)
  • La formazione dei vasi sanguigni

Il rame è necessario per le funzioni biologiche. Perché il nostro organismo possa utilizzare rame, tuttavia, esso deve essere associato ad una proteina di trasporto. Oltre il 95% del rame nel plasma sanguigno è legato ad una proteina conosciuta come ceruloplasmina.
Oltre al suo ruolo di proteina principale di trasorto del rame, la ceruloplasmina è anche essenziale per il metabolismo del ferro. La ceruloplasmina è una proteina codificata dal gene CP. Un deficit di ceruloplasmina è conosciuto come aceruloplasminemia, e questo problema si accomuna moltissimo con le condizioni correlate alla tossicità da rame. Un'altra proteina ferro-rame, nota come efaestina (HFE) è probabilmente pure associata al trasporto del rame.
Il deficit di ceruloplasmina è fortemente associato con la tossicità da rame. Se lasciato libero e non legato, il rame diventa, infatti, un potente radicale libero, con conseguente stress ossidativo, distruzione di cellule e tessuti, degenerazione neurologica e un lungo elenco di problemi relativi alla salute.
Effetti neurologici della tossicità da rame: Alzheimer, OCD (disordini ossessivo-compulsivi), Schizofrenia, Corea di Huntington, Pyroluria, Malattia di Parkinson, Malattia di Wilson.
La tossicità da rame è associata a numerose condizioni infiammatorie neurologiche che rappresentano i potenziali effetti dannosi di questo elemento.



Tossicità da rame e Malattia di Alzheimer
Nel 2013, nei Proceedings of the National Academy of Sciences è stato pubblicato un importante studio di ricerca che ci ha avvicinato alla comprensione della malattia di Alzheimer, poiché alcuni ricercatori hanno riconosciuto che la tossicità da rame svolge un ruolo importante nello sviluppo di questa malattia: "è chiaro che, nel tempo, l’effetto di accumulo del rame è quello di compromettere i sistemi attraverso i quali la beta amiloide è rimossa dal cervello (Rashid Deane, Ph.D)”. Lo studio ha anche evidenziato come l’accumulo di rame provoca una degenerazione della barriera ematoencefalica nei topi di laboratorio utilizzati nello studio.
La barriera ematoencefalica è un meccanismo chiave che impedisce l'entrata nel cervello di tossine nocive. I difensori antiossidanti più importanti nella barriera ematoencefalica sono il glutatione e metallotioneina. Entrambi questi potenti antiossidanti, che contrastano i radicali liberi, sono in grado di catturare il rame libero, che è tossico.
È da rilevare che alcuni studi hanno collegato direttamente la tossicità da rame alla degenerazione cerebrale della Malattia di Alzheimer e, contemporaneamente, è significativo ricordare che sia il glutatione, sia la metallotioneina, sono stati trovati diminuiti nei pazienti con Malattia di Alzheimer. In assenza di questi antiossidanti essenziali, dotati di capacità di catturare il rame (e altri metalli come il mercurio) si assiste a un accumulo di questo nel cervello e nei tessuti nervosi (anche periferici).
Tossicità da rame: Disturbo Ossessivo/Compulsivo (OCD) e Schizofrenia
La tossicità da rame e il metabolismo della ceruloplasmina alterato sono fortemente implicati in condizioni neurologiche e psichiatriche come schizofrenia e disturbo ossessivo compulsivo. Uno studio del 2008 ha trovato un'associazione diretta tra elevata ceruloplasmina e OCD (disturbo ossessivo compulsivo) (6). Purtroppo, lo studio non prese in considerazione i valori concomitanti di rame nel siero, che avrebbero indicato la probabile causa della ceruloplasmina elevata, cioè alti livelli di rame che provocano, come conseguenza un aumento della produzione della proteina che trasporta il rame e cioè la ceruloplasmina.
Per diversi decenni, la tossicità da rame è stata studiata in rapporto diretto alla schizofrenia. Piuttosto che classificare la schizofrenia come un unico stato clinico, il ricercatore William Walsh, PhD ha sostenuto che gli schizofrenici siano di vari tipi. Basandosi sulla sua ricerca sugli schizofrenici (che include un enorme database di risultati di test anche biochimici), la tossicità da rame è una causa primaria(1).
Un meccanismo probabile degli effetti psicologici e neurologici del rame è l'induzione dell'attività dopaminergica. La dopamina è un neurotrasmettitore che è spesso indicato come il neurotrasmettitore del “sentirsi bene”. Tuttavia, la dopamina è convertita nel neurotrasmettitore eccitatorio noradrenalina, e il rame è un cofattore importante di questa conversione.
Studi di ricerca hanno trovato elevati livelli di noradrenalina nel liquido cerebrospinale(2), così come in alcune regioni del cervello(3) negli schizofrenici paranoici. La norepinefrina (detta anche noradrenalina) induce risposte allo stress di tipo "lotta o fuga", risposte fisiologiche eccitatorie (come un aumento della frequenza cardiaca) e ha un ruolo notevole come neurotrasmettitore su varie parti del cervello responsabili del pensiero, di eccitazione, vigilanza, processo decisionale e risposte emotive. Livelli elevati di norepinefrina, provocati dalla tossicità da rame, possono essere fra i principali responsabili del disordine da deficit di attenzione (ADD), del disturbo ossessivo compulsivo (OCD) e della schizofrenia, così come di altri atteggiamenti comportamentali alterati.
Tossicità da rame: Huntington’s, Parkinson’s & Wilson’s
Una condizione genetica nota come Malattia di Huntington induce una caratteristica degenerazione neurologica, nonché scatti muscolari involontari conosciuti come corea. Movimenti involontari simili sono anche caratteristici del Morbo di Parkinson. Una caratteristica comune a entrambe queste condizioni che identifica una tossicità caratteristica del rame.
Un affascinante studio pubblicato nel 2013 dalla John Hopkins University School of Medicine ha segnalato come nelle Malattia di Huntington aumentino drammaticamente di attività le proteine del rame. E come la terapia di deplezione del rame riduca drasticamente l’espressione di gene della Malattia di Huntington:
"La riduzione del rame diminuisce drammaticamente i livelli tossici di huntingtina. Sorprendentemente, la sostituzione di due potenziali residui leganti il rame dell’huntingtina fa completamente sparire la tossicità dell'huntingtina intensificata dal rame"(7).
Il Morbo di Parkinson presenta caratteristiche di neuro degenerazione, alterata funzione motoria e danni neuronali della dopamina. L’alfa-sinucleina è una proteina fondamentale che viene espressa e si aggrega nel sistema nervoso centrale dei soggetti con Morbo di Parkinson. I danni neuronali da alfa-sinucleina sono accelerati da numerosi metalli tossici e la letteratura attuale dimostra che il rame aumenta l’aggregazione di alfa-sinucleina più di qualsiasi altro metallo(10)(11).
La Malattia di Wilson è una condizione che comporta una tossicità da accumulo di rame che avviene a causa di mutazioni genetiche del gene ATP7B deputato al trasporto del rame. Di conseguenza, il rame non può legarsi efficacemente alla ceruloplasmina (proteina trasportatrice del rame che veicola il 95% del rame totale nell’organismo). La Malattia di Wilson induce numerosi tipi di sintomi da alterazione del movimento, simili a quelli del morbo di Parkinson. Se non trattata, la Malattia di Wilson può portare a gravi danni epatici, noti come cirrosi epatica, come pure danni ai gangli basali del cervello.
Molti studi hanno dimostrato che la terapia orale di deplezione del rame è altamente efficace nel ripristinare la salute nei soggetti con Malattia di Wilson (12).
Tossicità da rame: la pyroluria.
La pyroluria è una condizione che è anche conosciuta come KPU (criptopirroluria) e idrossiemopyrrolin-2-one (HPL). La pyroluria è stata inizialmente identificata da Abram Hoffer MD, PhD diversi decenni fa. La pyroluria si riscontra spesso nei soggetti con infiammazioni neurologiche e sintomi quali: disturbi del comportamento, schizofrenia, malattia di Lyme e OCD.
La pyroluria sembra essere genetica e in alcuni casi è indotta da gravi livelli di stress ossidativo, provoca una produzione eccessiva di pirroli (misurabili nelle urine) e, come conseguenza, causa rapida deplezione dei livelli di zinco e vitamina B6. Quando i livelli di zinco vanno a esaurimento, si assiste a un accumulo del rame. Questo è probabilmente dovuto al fatto che rame e zinco sono antagonisti, e lo zinco è essenziale per la formazione di metallotioneine, proteine antiossidanti che si legano agli ioni liberi del rame.
Tossicità da rame e cancro.
Fin dagli anni 1930, il pioniere della medicina Emanuel Revici, MD aveva riscontrato livelli di rame anomali nei soggetti affetti da cancro. In particolare, il Dr. Revici aveva trovato che il cancro spesso presenta livelli elevati di rame nel siero, ma bassi di rame intracellulare(16).
Un alterato metabolismo del rame è stato trovato in vari tipi di cancro come: seno, cervello, ovaio, vescica, stomaco, polmone, prostata e colon(17). Una delle correlazioni fondamentali tra rame e cancro è dovuta al ruolo del rame nell'angiogenesi, la formazione di vasi sanguigni. Noi sappiamo che l'angiogenesi è una caratteristica fondamentale della formazione del cancro e delle conseguenti metastasi, perché collega il tessuto del cancro con capillari neo-formati al sistema vascolare dell’ospite (tanto che oggi, molti farmaci antitumorali “biologici” cercano proprio di impedire questo fenomeno). I tumori molto vascolarizzati richiedono rame come nutriente di base per la crescita del tumore. Successive ricerche supportano l'ipotesi che il rame sia anche essenziale per la migrazione delle cellule di cancro, il ché si traduce in eventuali metastasi.
Letteratura recente ha segnalato come un farmaco che induce deplezione di rame, come il tetratiomolibdato, è in grado di ridurre significativamente le recidive del cancro della mammella in donne con alto rischio di recidiva(18). Nel 2007, lo stesso farmaco che induce deplezione di rame è stato studiato nel carcinoma a cellule squamose, ed è stato trovato molto efficace nel prevenire la formazione di cancro alla testa e al collo.
Un altro farmaco che provoca deplezione di rame, la D-penicillamina, ha dimostrato un effetto citotossico nei confronti delle cellule tumorali di leucemia e cancro al seno(19).
L'evidenza suggerisce che un metabolismo alterato del rame e la tossicità da rame sono caratteristici tra numerosi tipi di cancro, e che una terapia di deplezione del rame sembri essere molto benefica nel prevenire la crescita del cancro e le metastasi.
Tossicità da rame: Contraccettivi & PMS (Disordini Premestruali).
L'uso di tutti i tipi di farmaci anticoncezionali tende ad aumentare i livelli sierici di rame(21). Questo include sia contraccettivi a base di estrogeni che di progesterone. Mentre è ben noto come alcuni estrogeni possiedano attività cancerogenica e genotossica, la ricerca ha evidenziato che il rame aumenta gli effetti genotossici degli estrogeni(22).
Le donne che assumono contraccettivi orali possono essere intossicate da rame, e questo avrà un impatto negativo sul loro zinco, a causa del ruolo antagonistico di zinco e rame. Gli studi hanno anche scoperto che l'uso di contraccettivi orali provoca deficit della vitamina B6.
Sono state anche identificate correlazioni dirette tra PMS (sindrome premestruale), basso zinco e rame elevato. Questo squilibrio si esprime specificamente durante la fase luteinica del ciclo(23)(24), quando si verificano i sintomi di PMS.
Tossicità da rame e Candida Albicans.
La crescita eccessiva di Candida è un sintomo proliferativo molto comune. La Candida è un lievito normalmente presente in piccole quantità nell'intestino. Quando le condizioni sono a lei favorevoli, la Candida può proliferare e, a questo punto, sconvolge l'equilibrio della flora intestinale, aumenta la tossicità gastrointestinale, così come provoca sintomi secondari che possono essere riferibili a: focolai ed eruzioni cutanee pruriginose, confusione mentale e tossicità sistemica.
Gli studi di ricerca hanno trovato che la Candida richiede rame per la sua proliferazione(25). Molte volte si somministra il molibdeno (un oligoelemento), per aumentare la disintossicazione delle acetaldeidi che sono prodotte dalla Candida. Curiosamente, il molibdeno è un potente antagonista di rame.
TOSSICITA’ DA RAME: LE CAUSE
Basate su tutti i dati esistenti, la ricerca e la letteratura, ci possono essere molteplici cause di tossicità da rame.
Mutazioni genetiche che alterano negativamente le proteine di trasporto del rame come la ceruloplasmina (gene CP). Mutazioni genetiche che influenzano o causano lo sviluppo della malattia di Huntington (gene HTT) e Wilson (ATP7B gene di trasporto del rame).
Tossicità ambientale da rame. Le fonti sono: tubi in rame, otturazioni dentali, alimenti contaminati da rame, acqua potabile comunale contaminata contenente solfato di rame come fungicida, il rame dei contraccettivi intrauterini (IUD), fungicidi a base di rame, pentole di rame e gioielli. (Nota: i tubi in rame combinati con l’addolcimento dell’acqua acqua aumenteranno la cessione di rame ed altri metalli tossici, rendendo l'acqua acida).
Carenze di nutrienti: le diete vegetariane e vegane (tendono ad essere ad alto contenuto di rame e basso contenuto di zinco), deficit di zinco, pyrroluria.
Aumentato Stress Ossidativo: carenze nell'espressione di antiossidanti cellulari quali metallotioneine e glutatione, entrambi i quali sono in grado di legarsi agli ioni liberi di rame.
STRATEGIE E SOLUZIONI PER LA TOSSICITA’ DA RAME
La buona notizia sulla tossicità da rame è che è un qualcosa che può essere rilevato con i tipi corretti di test. La tossicità da rame, poi, può essere adeguatamente affrontata attraverso la corretta attuazione di terapie nutrizionali.
Quando si misura la concentrazione di rame si dovrebbe sempre dosare contemporaneamente lo zinco, a causa del rapporto antagonistico stretto tra zinco e rame. Inoltre, ho trovato che il dosaggio concomitante di zinco e rame nei capelli, e rame e zinco nel siero/plasma è di grande beneficio. Questo perché i capelli evidenziano una via di escrezione di questi minerali per 3-4 mesi. Mentre i valori del siero e plasma sono correlati all’attività giorno per giorno come evidenziabile in circolo. Così l’esame dei capelli (mineralogramma del capello) e del sangue contemporaneamente sono l'ideale.
Quando si affronta una tossicità da rame nota o una nota o sospetta condizione genetica basata sulla tossicità da rame, diventa importante fare test regolari della ceruloplasmina (la proteina primaria portatori di rame) assieme a mineralogramma dei capelli e test del sangue per zinco/rame.
Ognuno di questi test è relativamente poco costoso, ma può fornire dati enormi per quanto riguarda le carenze di zinco e la tossicità da rame. 
SOLUZIONI NUTRIZIONALI PER LA TOSSICITA’ DA RAME
Visto che ognuno di noi è un individuo a sé, non ci possono essere soluzioni che possano sicuramente andare bene per tutti. Per questo motivo è meglio consultiate sempre un medico esperto quando volete valutare e trattare una possibile tossicità da rame. Quanto segue serve solo a identificare alcuni termini del problema per sottolinearne l’importanza.

NUTRIENTI PRIMARI ANTAGONISTI DEL RAME
Ciò che è essenziale comprendere è innanzitutto che se si assumono alte dosi di qualsiasi un nutriente isolato ha la capacità di alterare altri importanti nutrienti nel corpo. Questo avviene perché tutte le sostanze nutritive esistono in rapporto tra loro. Alcuni di questi rapporti fra nutrienti sono molto più stretti. Ed è importante capire che se uno presenta una tossicità da rame, assumendo troppi antagonisti del rame può in realtà determinare una carenza di rame, e questa, in alcuni casi, può rappresentare una conseguenza non desiderata e rischiosa. Ancora una volta, devo porre l’accento sull'importanza della consulenza di un professionista esperto sull’argomento.
Le seguenti sostanze nutrienti sono utilizzate principalmente per antagonizzare il rame:
  • Zinco
  • Molibdeno
  • Manganese
  • Acido arachidonico (omega6)
  • Zolfo (l’aminoacido solforato cisteina è essenziale per la formazione di glutatione e metallotioneina, entrambi capaci di legarsi al rame libero)
  • Vitamina B6

I seguenti nutrienti si sono dimostrati capaci di proteggere dal danno ossidativo indotto dal rame:
  • Vitamina E
  • Vitamina C
  • Glutatione
  • Metallotioneina
  • Acido alfa lipoico
  • Betacarotene
  • Polifenoli

In sintesi, la tossicità da rame è fra le principali cause di preoccupazione e probabilmente rappresenta un anello chiave in molte delle epidemie importanti di oggi. I test di screening ci consentono di sorvegliare zinco e rame in modo molto economico ma attendibile. Le terapie nutrizionali individualizzate offrono strategie potentemente protettive dalla tossicità da rame.

Buona salute! 

RIFERIMENTI
1. Walsh, William J., PhD: Nutrient Power: Heal Your Biochemistry & Heal Your Brain, 2012
15.          Kaler SG. Wilson disease. In: Goldman L, Ausiello D, eds. Cecil’s textbook of medicine. 23rd ed. Chapter 230. Philadelphia, PA: Saunders (in press)
16.          Revici, Emanuel, MD: ‘Research In Physiopathology As Basis Of Guided Chemotherapy with Special Application to Cancer’, 1961
17.          Daniel KG et al. Copper storage diseases: Menkes, Wilson’s, and cancer. Front Biosci. 2004;9:2652–2662.
19.          Gupte A, Mumper RJ. Copper chelation by D-penicillamine generates reactive oxygen species that are cytotoxic to human leukemia and breast cancer cells. Free Radic Biol Med.
20.          Hassouneh B et al. Tetrathiomolybdate promotes tumor necrosis and prevents distant metastases by suppressing angiogenesis in head and neck cancer. Mol Cancer Ther. 2007;6:1039
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18451059 http://www.arthritistrust.org/wp-content/uploads/2013/03/Molybdenum-for-Candida-albicans-Patients.pdf