mercoledì 13 agosto 2014

COME EVITARE DI INTOSSICARSI CON METALLI PESANTI (Mercurio, Piombo, Cadmio e così via)

Se mangiate regolarmente pesce e prodotti del mare, ecco una strategia molto semplice che può interessarvi.  

Esiste un'alga, ben conosciuta, che ha la capacità di legarsi al mercurio (ed agli altri metalli pesanti come il piombo, il cadmio, ecc.) si chiama chlorella. 
La chlorella si vende  in semplici gellule, o in capsule. La trovate ovviamente sotto forma bio. 
Quando avete voglia di un pasto di pesce o di frutti di mare, e temete un aumento dei metalli pesanti nel vostro organismo, potete risolvere il problema assumendo una capsula di clorella durante o alla fine del vostro pasto.  
Così, direttamente nel vostro stomaco, ancora prima che siano assorbite dal vostro intestino, le molecole di mercurio ed altri metalli pesanti si legheranno alla clorella e le eliminerete attraverso la normale via intestinale.  
È un mezzo semplice, pratico ed economico per evitare che si accumulino troppo rapidamente i metalli pesanti nell'organismo. E ciò vi eviterà di dover fare una vera terapia di "chelazione", i cui inconvenienti per la salute ed il costo sono notevoli (vedere più avanti questo articolo).

Perché i pesci e i frutti di mare contengono mercurio?  

Negli ambienti acquatici, il mercurio elementare reagisce per formare un composto organico tossico: il metilmercurio (MeHg). Presente in deboli concentrazioni nell'acqua di mare o nei sedimenti, il metilmercurio si concentra e si accumula nei tessuti degli organismi vivi, soprattutto nel tessuto adiposo, il tutto attraverso la catena alimentare: è "il bioaccumulo". 
È il motivo per cui se ne trova di più nei predatori ai livelli superiori della catena alimentare, che sono la maggior parte dei grandi pesci che consumiamo: tonno, squalo, luccio, pesce spada. 
Quanto ai mitili in genere, vongole, cozze, ostriche, "cappe sante", gamberi, gamberoni, astici e aragoste, questi filtrano l'acqua di mare in modo permanente e trattengono, in questo modo, nei loro tessuti una parte dei metalli che vi si trovano naturalmente, o perché esito dell’inquinamento, fatto dall'uomo, degli oceani. 
Questo non vuole dire che bisogna smettere di mangiare i prodotti del mare. Al contrario, nonostante i metalli pesanti, molti studi scientifici hanno evidenziato che producono notevoli benefici alla salute. Garantiscono l’apporto di proteine di elevata qualità e di omega-3. Il consumo di pesce due volte alla settimana riduce, in particolare e come esempio, il rischio di depressione del 25% nelle donne [1].   
Quello che potete fare, per proteggervi, è associare ad ogni pasto di prodotti del mare una semplice capsula di clorella: questo diminuirà fortemente il vostro assorbimento dei metalli pesanti presenti in questi prodotti alimentari. 

Perché non bisogna lasciare accumulare il mercurio nel vostro corpo. 

Il mercurio è un metallo pesante. È nocivo per il sistema nervoso. Ebbene, quando penetra nel vostro organismo (attraverso l’apparato digerente o la pelle), si fissa nei tessuti adiposi (nel grasso) fra cui, purtroppo, il vostro cervello che è costituito all’80% di grassi.   Esercita in seguito effetti deleteri bloccando molte catene enzimatiche, e questo si traduce successivamente in problemi neurologici. È particolarmente pericoloso sul cervello del feto ed è stato recentemente associato alla sindrome da iperattività del bambino [2]. 
È un fenomeno che andrà solo a peggiorare negli anni a venire, a causa dell'aumento delle sostanze inquinanti nei mari e negli oceani e ciò nonostante occorre guardarsi bene (come sempre) da qualsiasi catastrofismo.
Molti guru su Internet esagerano completamente la gravità, e soprattutto la frequenza, delle intossicazioni da mercurio. Sono generalmente le stesse persone che vi consigliano in seguito un protocollo di chelazione (protocollo d'eliminazione dei metalli pesanti) a base di piante e di prodotti naturali, in realtà inefficaci per risolvere del tutto questo problema.  Se una vera intossicazione da mercurio è possibile, è da prendere molto seriamente, ma è anche molto più rara di quanto lo si immagini. E, data la rarità, le intossicazioni da mercurio (e da metalli pesanti) sono così difficili da diagnosticare da parte dei medici, che si allarmano soltanto se l'intossicazione è ovvia, ad esempio con un figlio che rompe un termometro al mercurio e lo porta alla bocca (motivo per cui oggi questi termometri non vengono più prodotti) o nel caso di un incidente industriale. 

La chelazione (eliminazione dei metalli pesanti) è efficace contro le malattie cardiache.

La chelazione presenta indubbiamente numerosi vantaggi: è stato provato, infatti, che la chelazione comporta notevoli benefici per la salute, in particolare contro le malattie cardiache.  In occasione di un congresso organizzato dall’American College of Cardiology a San Francisco, dei ricercatori hanno presentato i risultati di uno studio su 1.700 persone nel quale la chelazione dei metalli pesanti ha migliorato significativamente lo stato di salute di persone che avevano già sofferto di un incidente cardiovascolare. Il responsabile dello studio, il dott. Lamas, ha dichiarato in occasione del congresso: "Abbiamo trasformato ciò che era una terapia alternativa incerta in reale scienza ed ha avuto risultati stupefacenti".
Ma questi protocolli di chelazione richiedono l'utilizzo di molecole chimiche, capaci di andare prendere il mercurio nelle cellule grasse in cui è intrappolato. Prendendo il mercurio, queste medicine eliminano anche le sostanze nutrienti. È per questo che occorre sempre accompagnare una chelazione a una assunzione di multivitaminici e minerali.  Nello studio citato sopra, solo le persone che avevano seguito un protocollo di chelazione e assunto multivitaminici hanno realmente ridotto il loro rischio di un nuovo incidente cardiovascolare (diminuzione significativa del rischio del 26%) [3]. 

In tutti i casi, l'ideale è di evitare di arrivare a questo punto.

Se una persona è stata realmente intossicata dal mercurio e la sua salute è debole, il protocollo d'eliminazione, che brutalmente "libererà" e "metterà in circolazione" una quantità importante di molecole di mercurio che l'organismo  aveva con pazienza e saggezza "isolato", "incistato" e rese inoffensive… può essere molto pericoloso.  

È per questo che l'approccio che raccomando, salvo casi limite, non è l'approccio brutale, "la chelazione integrale" che andrà a ripulire l’organismo profondamente in alcuni giorni o settimane da tutti i vostri metalli pesanti, ma un atteggiamento più conservativo, regolare, ma non per questo meno efficace.

L’obbiettivo è quello di eliminare il vostro stock di metalli pesanti nel tempo ed in modo dolce.
Il nostro organismo dispone di una molecola naturale capace di eliminare gradualmente il mercurio. 
Ma il processo è lento. Soprattutto è ostacolato dall'arrivo costante di nuove sostanze inquinanti. 
Di qui l'interesse a limitare il vostro assorbimento di metalli pesanti ogni volta che lo potete. 
È per questo che raccomando il consumo regolare di chlorella, un'alga che ha la capacità di legarsi ai metalli pesanti presenti nella vostra alimentazione e di accompagnarli fuori dall’organismo, dolcemente. Permetterete così al vostro organismo, non più sovraccaricato, di eliminare spontaneamente e con risorse proprie, nel tempo, i vostri stock di metalli pesanti. 

La quantità di chlorella raccomandata per ottimizzare il fenomeno è di 4 g, ogni volta che mangiate pesce o frutti di mare.

Attenzione alla scelta della vostra chlorella.

Va fatta attenzione a garantirsi del luogo d'origine della clorella perché, nella misura in cui questa attira i metalli pesanti e le sostanze inquinanti, può essere facilmente contaminata. 
È una pianta che pulisce il pianeta, così come pulisce il nostro organismo, dunque deve essere coltivata e successivamente trattata soltanto nelle norme di purezza più rigorose.  
Comperate la chlorella solo da un produttore di fiducia che accetti di fornirvi le schede di analisi tecniche che garantiscano l'assenza di sostanze inquinanti.  

Fate queste domande all'impresa che vi fornisce la chlorella:
Con quale frequenza analizzate i lotti di clorella? 
Avete certificati di rispetto delle condizioni di produzione in agricoltura biologica?  È questa clorella uscita da un ambiente naturale, o da bacini artificiali (questi sono facili da controllare)? 
Il produttore verifica la contaminazione di metalli pesanti?

Virtù supplementari della chlorella
 
Gli effetti benefici della chlorella non si limiteranno a proteggervi contro i metalli pesanti.   Si tratta, in effetti, di una pianta che possiede qualità nutritive eccezionali. Dopo l'ultima guerra, si era creduto potesse risolvere il problema della sovrappopolazione  ma la sua produzione richiede troppa cura, ed è dunque troppo costosa perché possa fungere da prodotto alimentare di base.  
La clorella contiene infatti il 60% di proteine, e tutti gli aminoacidi essenziali, cosa che ne fa un prodotto alimentare eccellente per i vegetariani. 
Inoltre, è ricca in vitamine B, in GABA (per l’umore), in folati, in vitamina B12 ed in ferro. 

Ecco una lista di alcuni dei benefici effetti sulla salute associati a questa alga verde:

  • Ripara i tessuti nervosi
  • Aumenta il livello energetico
  • Stimola il sistema immunitario
  • Normalizza i livelli di zuccheri nel sangue
  • Migliora la digestione
  • Normalizza la pressione sanguigna
  • Promuove un corretto livello di pH nell’intestino, permettendo ai batteri utili di proliferare
  • Rimuove i potenziali metalli tossici dal corpo
  • Esalta la concentrazione e la focalizzazione
  • Elimina l’alitosi

Sei patologie che la Chlorella può prevenire o trattare

> Insulino resistenza - Quest’anno, i ricercatori hanno scoperto che la Chlorella ha la capacità di migliorare la sensibilità fruttosio-indotta dell’insulina.  Come discusso in numerose occasioni, l’eccessivo consumo di fruttosio è la causa numero uno dell’insulino resistenza e del diabete di tipo 2. In questo studio sugli animali, dopo essere stati nutriti con mangimi ricchi in fruttosio per 4 settimane, ai ratti venne somministrata la Chlorella tre volte al giorno per 5 giorni, il che ha riportato alla normalità i valori di glucosio-insulina.

Gli autori hanno concluso che “La somministrazione orale di Chlorella permette di migliorare la sensibilità all’insulina e può rappresentare un valido aiuto nella terapia dei pazienti con insulino resistenza.”
> Disintossicazione - E’ particolarmente di aiuto quando usata insieme alla sauna ad infrarossi ed assunta due ore prima della sauna. In questa maniera la Chlorella è presente nell’intestino, capace di legare le tossine che vengono rilasciate durante la sauna. Si legherà irreversibilmente alle tossine e sarà eliminata in tutta sicurezza attraverso le feci.
> Diabete – Recenti studi evidenziano la capicità della Chlorella di migliorare la sensibilità all’insulina. L’alga è capace di migliorare la sensibilità all’insulina e la captazione del glucosio nel fegato di topi con diabete di tipo 1. Gli autori suggeriscono che l’effetto ipoglicemizzante della Chlorella sia dovuto alla migliorata captazione del glucosio nel fegato e nei muscoli. Un altro meccanismo può essere messo in relazione con l’abbassamento degli acidi grassi non esterificati (NEFA), poiché la sensibilità all’insulina è solitamente ostacolata dal tasso elevato di questi acidi grassi presente nel diabete di tipo 1.
> Ipertensione – I risultati di uno studio in doppio cieco pubblicato due anni fa suggerisce che la Chlorella può significativamente ridurre la pressione alta ed i casi di ipertensione borderline. Gli autori propongono la Chlorella come un benefico supplemento alla dieta per prevenire l’ipertensione arteriosa, senza effetti collaterali.
> Anemia, proteinuria ed edema in gravidanza - L’ipertensione e l’anemia in gravidanza sono due condizioni comuni e potenzialmente pericolose. Una delle cause primarie di queste condizioni è lo stato nutrizionale delle donne. Uno studio pubblicato l’anno scorso evidenzia che la Chlorella può migliorare entrambe queste condizioni nelle donne gravide, probabilmente grazie al suo alto contenuto in folati, vitamina B12 e ferro.
I soggetti assunsero sei grammi di Chlorella al giorno, iniziando tra la 12° e la 18° settimana, fino al parto. Il gruppo che assumeva l’alga chlorella riportò significativi bassi livelli di anemia rispetto al gruppo di controllo. Inoltre si verificarono minori episodi di proteinuria ed edema, due sintomi associati all’ipertensione in gravidanza. Ancora gli autori conclusero che: “Il supplemento di Chlorella può essere utile come fonte naturale di folati, vitamina B12 e ferro per le donne in gravidanza.”
> Fibromialgia – Sebbene i risultati individuali emersi dallo studio furono vari, vale la pena di considerare l’impiego della Chlorella in persone sofferenti per fibromialgia. Lo studio pubblicato nel 2000 verificò l’efficacia di due prodotti commerciali a base di Chlorella in persone con diagnosi di fibromialgia ed il risultato mostrò un 22% di riduzione nell’intensità del dolore. Comunque, mentre sette persone riportarono un miglioramento nei sintomi, sei persone non riportarono alcun effetto, mentre cinque pazienti affermarono di aver avuto un peggioramento. Questo è da tenere presente se si decide di provare l’alga: alcuni ne avranno beneficio, altri no.
> Cancro del fegato – Uno studio pubblicato nel 2009 permise di scoprire che la Chlorella stimola l’apoptosi (morte cellulare), il che suggerisce che può essere utile nella prevenzione del cancro al fegato. Gli autori conclusero: “Il nostro studio dimostra che la Chlorella ha un effetto chemopreventivo inducendo apoptosi deprimendo l’espressione di Bcl-2 (un gene anti apoptosi, NdT) ed aumentando l’espressione di caspasi 8 (le caspasi rivestono un ruolo importante nella trasmissione del segnale apoptotico, NdT) nell’epatocarcinogenesi indotta nei ratti.”

Per questo motivo, anche un consumo regolare di chlorella non può che avere effetti benefici sul nostro organismo, proteggendoci da eventuali rischi di carenze di elementi altamente nutritivi e preziosi: sempre avendo presente che nulla può sostituire una alimentazione variata e salutare.

Buona salute!

Riferimenti:

[1] Smith K. longitudinal Associations Between Fish Consumption and Depression in Young Adults. Am. J. Epidemiol. (2014) doi: 10.1093/aje/kwu050 First published online: April 15, 2014
[2] Arch Pediatr Adolesc Med. 2012;():1-9.
[3] Lamas GA, et al. Randomized comparison of high-dose oral vitamins versus placebo in the Trial to Assess Chelation Therapy (TACT). ACC meeting 2013.



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