venerdì 9 settembre 2016

I PROBIOTICI POTREBBERO ESSERE UTILIZZATI PER MIGLIORARE ANCHE LA SALUTE MENTALE?

Vogliamo farvi conoscere questo breve report del Dr. Andreu Prados, che fa riferimento ai nostri piccoli buoni amici che convivono con noi e a nuove potenziali risorse che essi presentano per la nostra salute.

Recenti progressi nella ricerca hanno descritto l'importanza del microbiota intestinale nel rappresentare un ponte fra il sistema nervoso centrale e il sistema nervoso enterico. Queste interazioni cervello-intestino sembrano essere bidirezionali e questo avverrebbe per mezzo di segnali neurali, endocrini, immunitari e umorali. La maggior parte dei dati sono sperimentali e sono stati acquisiti utilizzando roditori (topi o ratti) e suini.

Le prove delle interazioni fra salute mentale e il microbiota provengono dall’osservazione che esiste una associazione fra disbiosi intestinale e disturbi del sistema nervoso centrale (ad es. comportamenti appartenenti allo spettro ansioso-depressivo) e all’osservazione, proveniente da molti studi, che frequentemente disturbi gastrointestinali funzionali (ad es. sindrome dell'intestino irritabile) presentano come comorbidità problemi di di salute mentale.

Fino ad oggi, sono state condotte poche ricerche sull'uomo con l'obiettivo di valutare l'effetto di una integrazione con probiotici sulla salute mentale attraverso la modulazione delle vie cervello-intestino. Tuttavia, di recente, l’equipe guidata dal professor Paul Enck dal Dipartimento di Medicina Psicosomatica e Psicoterapia presso l’Ospedale Universitario di Tübingen (Germania) ha condotto una revisione sistematica di 38 studi randomizzati controllati negli animali e nell'uomo (25 erano in animali, 15 in esseri umani e 2 studi sono stati condotti in esseri umani e animali), e ha concluso che i probiotici potrebbero essere efficaci nel migliorare le funzioni associate a malattie psichiatriche e le abilità di memoria.

Inoltre, sempre di recente, lo studio di Wang, et al. ha evidenziato quali siano i probiotici che hanno mostrato efficacia nel migliorare i comportamenti correlati a disturbi psichiatrici (ansia, depressione, umore, risposta allo stress) e le capacità di memoria (inclusa la memoria spaziale e non-spaziale) e questi comprendono il Bifidobacterium (B. longum, B. breve e B. infantis) e il Lactobacillus (L. helveticus, L. rhamnosus, L. plantarum e L. casei). Le dosi tra 109 e 1010 unità formanti colonie (CFU) somministrate per periodi di 2 settimane in animali e 4 settimane in esseri umani hanno mostrato effetti sufficienti.

Anche se le traslazioni degli studi sugli animali sull’uomo suggeriscono nuove possibilità, vale la pena di pensare a studi ulteriori sull’uomo, soprattutto mirati a  pazienti con malattie mentali che evidenzino contemporaneamente comorbidità gastrointestinali. Oltre alle misurazioni comportamentali attraverso questionari psicologici o scale, sono necessari ulteriori studi di neuroimaging in esseri umani al fine di studiare quali aree siano interessate nel cervello in modo tale da provocare cambiamenti comportamentali dopo il consumo di probiotici.

D'altra parte, una recente revisione sistematica di 10 studi randomizzati controllati in esseri umani (tra cui i 6 studi inclusi anche nella revisione sistematica di Wang, et al.), condotta dal Dr. Paul Ritvo dalla York University di Toronto, Ontario (Canada), forniscono informazioni ancora contrastanti al riguardo dell'utilizzo dei probiotici nel ridurre i sintomi di ansia-depressione negli esseri umani. E, anche se sembra che l’integrazione con probiotici potrebbe portare a benefici psicologici, sono stati trovati notevoli limiti metodologici come problema principale per poter generalizzare i risultati.

I ricercatori hanno sottolineato che sono necessari ulteriori studi di follow-up di intervento al fine di comprendere meglio i potenziali benefici sulla salute mentale umana della supplementazione con probiotici.

Uno dei molti meccanismi possibili che potrebbero spiegare il ruolo dei microbi dell'intestino nell'influenzare la funzione del cervello è attraverso la modulazione del livello di microbici produttori e consumatori di acido gamma-aminobutirrico (GABA). In questo contesto, un passo in avanti importante e degno di nota è la recente identificazione di una specie di batteri dell'intestino, chiamata KLE1738, che può crescere solo in presenza di acido gamma-aminobutirrico (GABA). KLE1738 è un batterio dell'intestino umano recentemente scoperto che può avere un metabolismo insolito che si basa sul consumo del GABA, il principale neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso centrale.
Altri meccanismi, che coinvolgono batteri produttori di serotonina, potrebbero anche avere uguale rilevanza potenziale per la depressione e altri disturbi dell'umore.

Noi siamo d'accordo che, pur con i limiti metodologici evidenziati dalla revisione della letteratura che vi riportiamo nei riferimenti qui sotto, la ricerca corrente possa avvalorare l'idea che le comunità microbiche nell'intestino possano svolgere un ruolo importante sulla salute mentale. Tuttavia è evidente che ulteriori studi sull’uomo, in quest'area, sono necessari al fine di chiarire quali pazienti potrebbero beneficiare di supplementazione con probiotici per migliorare la loro funzione mentale, per identificarne meglio i meccanismi, e quali siano le specie e sottospecie più utili e affini.

Buona salute! (e non solo mentale)

Dr.ssa Chiara Saggioro, D.Sci., Ph.D.
Dr. Alfredo Saggioro, M.D.

Riferimenti:

Pirbaglou M, de Souza RJ, Stearns JC, Motamed M, Ritvo P. Probiotic supplementation can positively affect anxiety and depressive symptoms: a systematic review of randomized controlled trials. Nutr Res. 2016, doi:10.1016/j.nutres.2016.06.009.
Wang H, Lee IS, Braun C, Enck P. Effect of probiotics on central nervous system functions in animals and humans – a systematic review. J Neurogastroenterol Motil. 2016, doi: 10.5056/jnm16018.

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