venerdì 6 gennaio 2017

PENSI CHE PERDERE PESO SIA DIFFICILE? by Chiara Saggioro

Quando si vuole perdere qualche chilo di troppo, ma vale anche per chi di chili deve perderne parecchi, spesso si ricevono consigli sconfortanti, che creano difficoltà e non ottengono i risultati sperati.
Questo avviene perché gran parte delle diete, si basa su principi sbagliati e cercheremo, molto brevemente, di darvi qualche indicazione per comprendere come superare questo problema.

L’ipotesi calorica
E’ opinione corrente che: l’obesità sia solo mancanza di volontà:
…mangia meno...fa più esercizio…e dimagrirai: solo tu puoi volerlo!

Questo modello fallisce quasi sempre perché:
·      Il nostro organismo possiede meccanismi compensatori molto saggi per difenderlo dalla perdita di peso: diminuisce la spesa energetica, cioè il consumo di calorie e aumenta l’appetito appena ci si mette a dieta.
·      I carboidrati ad alto indice glicemico (come gli zuccheri raffinati, le bevande dolcificate, i cereali raffinati e gli amidi) accendono il nucleus accumbent, cioè il centro cerebrale per le dipendenze, promuovendo un alimentarsi compulsivo di alimenti ad alto indice glicemico (in poche parole portandoci a mangiare proprio quello che non vorremmo)
·      Molteplici e diversi fattori regolano inoltre il metabolismo: la composizione della dieta, il microbioma intestinale, le esposizioni a tossici, infezioni, allergeni, lo stato nutrizionale, le disfunzioni mitocondriali, e i disequilibri ormonali e dei neurotrasmettitori.
Le “diete tradizionali a restrizione calorica” esaltano le disfunzioni metaboliche e si traducono, nel lungo termine, nella tendenza a MANGIARE IN ECCESSO.

Proviamo a guardare le cose da un punto di vista diverso…
·      Un’alimentazione di scarsa qualità, non le calorie, rappresenta il percorso verso l’obesità.
·      Tutte le calorie non sono create uguali.
·      Il cibo è molto di più che solo calorie…è informazione che programma l’espressione dei nostri geni e modifica lo stato metabolico.
·      Le diete che non funzionano è perché non si rivolgono a modificare quelle che sono i generatori principali dell’assunzione di un eccesso calorico: le dipendenze psicologiche, anche inconsce, da carboidrati raffinati e zuccheri.
Lo zucchero crea dipendenza otto volte di più della cocaina!

Studi di neurofisiologia e di ricerca sperimentale rivelano similarità sorprendenti fra la dipendenza da zuccheri e da cocaina.
·      Sia il sapore dolce, sia i farmaci dell’abuso come la cocaina, stimolano la liberazione di dopamina nel nucleo ventrale striato del cervello, che è critico nei processi che riguardano la sensazione di premio e apprendimento del premio (per cui ci sentiamo falsamente premiati).
·      Sia una tolleranza crociata, sia una dipendenza sono caratteristiche del consumo di zuccheri e dell’abuso di farmaci. Questo significa che, col passare del tempo, per entrambe le situazioni è necessario aumentare le quantità per ottenere l’effetto desiderato.
·      In uno studio sperimentale, i ratti preferivano la saccarina endovena rispetto alla cocaina endovena e, in un altro, sceglievano il saccarosio (lo zucchero comune della zuccheriera) piuttosto che la cocaina.
Il mangiare compulsivo può somigliare alla dipendenza da cocaina!

Il grasso viscerale è affamato e può determinare un comportamento compulsivo nei confronti del cibo
·      Il grasso viscerale è quello che è situato (e conservato) attorno agli organi interni, in grande prevalenza nell’addome.
·      Le cellule adipose (quelle che contengono il grasso) viscerali sono attive metabolicamente e funzionano come se consumassero benzina dal torrente sanguigno, inducendovi quindi a mangiare di più per fare rifornimento.
·      Queste cellule secernono ormoni e citochine che promuovono aumento di peso e infiammazione.
o   Ormoni quali adiponectina, insulina, resistina, leptina e MSH
o   Citochine quali IL-6, TNF-alfa e altre molecole pro-infiammatorie.
·      La liberazione d’insulina avviene in risposta a cibi ad alto indice glicemico, creando ancor più infiammazione e un metabolismo che promuove obesità aumentando i depositi di grassi = un vero e proprio circolo vizioso.
La composizione della dieta è più importante delle calorie…e molti studi lo evidenziano molto bene. Eccovi alcuni esempi:
·      Uno studio europeo di vaste dimensioni sul calo ponderale ha reso evidente come un aumento del contenuto proteico e una contemporanea riduzione dell’indice glicemico della dieta (che significa riduzione di tutti gli alimenti ad alto indice glicemico) ha determinato un miglioramento dei risultati: gran parte dei soggetti l’ha completato con successo e, in seguito, mantenuto la perdita di peso.
·      Un altro studio ha evidenziato come una dieta a basso indice glicemico e più elevata in grassi e proteine migliori il metabolismo e la sensazione di energia.
·      Topi alimentati con una dieta a elevato indice glicemico, evidenziano, dopo sole nove settimane, un aumento del doppio del grasso corporeo rispetto a quelli alimentati con dieta a basso indice glicemico.
·      Atleti sottoposti a una dieta chetogenica e ricca in lipidi, presentano migliori performances e meno stanchezza.
A parte il problema peso, vi ricordiamo che ricerche recenti indicano il consumo di zuccheri come un fattore di rischio indipendente per molte, se non tutte, le malattie croniche.

Avete bisogno di altre ragioni per smettere di mangiare zuccheri?

Queste sono le nostre raccomandazioni per una salute e un peso ottimali:
1.   La qualità degli alimenti è essenziale…la dieta deve essere a basso contenuto glucidico, ricca in micronutrienti, fitonutrienti e contenuto di fibre = mangiate un arcobaleno di colori con i vostri alimenti (e non pensate di sostituirli con una pillola, come certe pubblicità suggeriscono)
2.   Scegliete, per quanto possibile, carni da allevamenti a prato e biologiche (cliccare qui) e pesce pescato e non di allevamento.
3.   Aumentate il consumo di vegetali e di frutta a basso indice glicemico come i frutti di bosco e le mele verdi.
4.   Evitate tutti gli alimenti inscatolati e di produzione industriale. Soprattutto: se sono descritti più di 3-4 ingredienti, non comprateli!
5.   Limitate tutti i cibi che sono ricchi in amidi, come le patate e il riso bianco.
6.   Eliminate il glutine se siete sensibili o se geneticamente predisposti a reazioni ed evitate TUTTI i cereali raffinati.
7.   Evitate tutti i grassi idrogenati e trans. Utilizzate liberamente burro biologico, ghee, olio di cocco, olio di oliva extravergine, avocado e altri grassi salutari.
8.   Evitate alimenti geneticamente modificati (OGM) come il mais, la soia e la canola.


Buona salute!
Chiara Saggioro, D.Sci., Ph.D.
Alfredo Saggioro, M.D.


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